Cosa resterà degli anni 80?

Ma quanto erano belli gli anni 80? Anche chi non gli ha vissuti, ne sente parlare bene dai propri genitori o parenti.

Erano gli anni dei gettoni e delle cabine telefoniche. Quando avevi un flirt, per avere un pò di privacy, non usavi il telefono fisso, perché in casa erano tutti con l’orecchio teso per ascoltare tutto ciò che dicevi. E allora, ti armavi di gettoni e andavi alla prima cabina telefonica che trovavi per strada in modo da poter parlare tranquillamente con la tua bella o con il tuo bello. Ma immancabilmente, c’era sempre qualcuno dietro, messo li come un avvoltoio che aspettava che tu chiudessi la chiamata e prendere il tuo posto. In quei cinque o dieci minuti cercavi di dire più cose possibili. Persino il corteggiamento era più bello. L’attesa di potersi vedere, di raccontarsi le cose accadute, lo stare insieme, lo scattarsi una fotografia e la curiosità di vederla dopo circa una settimana, perché si doveva portare il rullino a sviluppare.

Se dovevamo andare in un posto, non usavamo né Tom Tom né Google Maps, si usava Tutto Città.

Erano gli anni del Ciao e della Vespa. Si andava in giro senza casco, sentendo la libertà del vento in faccia.

Durante le feste in casa da amici era quasi come violare un tabù fare il gioco ” dire, fare, baciare, lettera, testamento”

Erano gli anni dei Pet Shop Boys, Duran Duran, Spandau Ballet, Depeche Mode, Madonna, U2, Bruce Springsteen, Prince, Metallica, Michael Jackson, Whitney Houston, Phil Collins, Vasco Rossi, Raf, Jovanotti, Rettore, Spagna, Battiato, Pino Daniele, Mango, Ramazzotti. Le loro canzoni ci facevano da contorno ai falò sulla spiaggia, alle scampagnate la Domenica con tutta la famiglia o con gli amici. Riascoltarle adesso non è solo un tuffo nel passato ma anche nei ricordi. Ricordi belli, ricordi di chi purtroppo non è più con noi, ricordi nostalgici.

Erano gli anni del walkman, finalmente potevi portare la musica a spasso con te. Cuffie nelle orecchie e tanta musica in formato analogico.

Erano anche gli anni di Top Gun, Flashdance, Dirty Dancing, The Karate Kid, Scarface. Il cinema veniva usato come una sorta di primo appuntamento dove potersi baciare senza dare spettacolo per strada. Un bel film, dei pop corn, il braccio che con timidezza si metteva sulla spalla della ragazza che ti piaceva, e, se non ti diceva di toglierlo, eri già a metà strada per il bacio.

Erano gli anni della discoteca il Sabato e la Domenica pomeriggio.

Erano gli anni dei Paninari. I classici figli di papà, vestiti con abiti completamente firmati dalla testa ai piedi.

Erano gli anni delle spalline. Che tu fossi stata la Donna più famosa del mondo o una perfetta sconosciuta, l’obbligo era mettersele. Non importava se sembravi un porta abiti con la cruccia. Dovevi averle!

Erano anche gli anni del Commodore 64, l’home computer che fece il suo debutto nel 1982. Ricordo che per poter sentire emettere il rumore del suono del vento, dovevi digitare almeno dieci righe di Imput/Run ecc… per dieci secondi di suono.

E poi erano gli anni di ” Palla al centro per Muller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile. Evviva è finita! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!” Il telecronista Nando Martellini lo dice proprio tre volte, per sottolineare a quanto ammontavano con quel successo, le vittorie azzurre.

Erano gli anni in cui si credeva in un mondo migliore. Dove si poteva osare e dove c’erano prospettive per il proprio futuro.

I mitici anni 80….